I Salii nell’Abisso


Le nebbie dell’Abisso si aprirono, lasciando passare le figure dei Salii. L’empio castello sembrava risplendere di oscurità e solo il sussurro intermittente degli incantesimi spezzava l’innaturale silenzio del luogo.

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Riferirò quel che vidi, riferirò le battaglie, le vittorie e le sconfitte che videro il gruppo compatto rialzarsi dopo ogni caduta, e procedere unito.
Seguivamo il Renar, il barone, stregone di antica ed imperitura fama, sorretti nell’animo dalla presenza e dal potere dell’imperturbabile Dalamar, Nero maestro dei Salii.
Non dimenticherò mai la determinazione sui nostri volti illuminati dal chiarore spettrale della nebbia che ammanta la Via della Morte. Vidi Sir Darioun e Lady Leona, statuari nella loro determinazione e fiducia reciproca; vidi Balin il Nano e Barbara, prode Novizia, aiutarsi a vicenda nel furore della battaglia.
Vitellio e Riliu, protettori della natura, falciavano demoni come arbusti nei boschi, mentre con il potere della mente di Arwen apriva crateri in quella terra desolata. E la Magia: bagliori arcani laceravano l’aria con sprazzi di luce innaturale. Fuggivano le tenebre dinanzi alla bianca ira di Linstar e di Kerrathyr, simili a candide fiammelle nelle loro vesti del color della neve; e la malvagità si ritraeva colpita dal potere del Chaos di Ember e della Neutralità di Ariel. Quanto ad Emy lo Stregone ed a me, Aranrhodda la Veste Nera, ripagavamo la Morte con la Morte, e vendicavamo con il sangue dei nemici ogni ferita subita dai nostri compagni.
Molte volte soffrimmo per il soffio gelato dell’Oltretomba, e molte volte cademmo, rialzandoci tuttavia ogni volta, sempre piu’ forti: e se Leona e Vitellio dovettero lasciarci, Ivanhoe il Maestro del Tuono ed Onir, Salio dei Chierici arrivarono nell’oscuro castello rinnovando le nostre energie. Arrivammo infine al cospetto di colui che era imprigionato nel ghiaccio, affrontammo l’ardua ricerca degli oggetti da lui pretesi; e grande fu la nostra ira nello scoprirci ingannati da quel diavolo astuto. Fu Ariel a trasformarsi in spirito divino di vendetta, ed inutili furono i colpi dell’immonda creatura contro la nostra collera. Rovinosamente cadde, ed a lungo osservai la sua figura riversa da dietro il mio cappuccio del colore della Notte, meditando sul potere della Volonta’.

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Le Nebbie dell’Abisso si aprirono lasciando passare le figure dei Salii. L’empio castello sembrò risplendere un attimo di un’oscurità più intensa, prima di tremare fino alle fondamenta e sgretolarsi nel fango.

Possa il mio sangue sigillare la verità del mio resoconto.


Aranrhodda dalle Vesti Nere