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La storia di Archangel

Lasciate che vi racconti una storia... la mia storia

Sono nato... diciamo parecchio tempo fa, piu' di quanto non possa apparire, in quelle bucoliche lande che prendono nome di Arborea; per intenderci su che tipo di luogo sia, vi basti sapere che una piccola parte di quelle lande e' accessibile dalle terre di Lumen et Umbra, e prende il nome di monte Olimpo.
Gia', perche' oltre il monte delle divinita' greche, in altri spazi e tempi sorgono luoghi ove vivono altre creature, celestiali secondo gli studiosi, ma comunque appartenenti alle razze mortali.
Ma divago... vi stavo narrando di me. Sono un eladrin firre, e gia' dalla mia nascita la mia gente noto' che ero destinato a qualcosa di diverso, rispetto agli altri...
La mia gente si distingue per la brillante chioma color del fuoco, e per brillanti occhi di brace ardente; ebbene, a differenza degli altri io, unico, per quanto memoria possa ricordare, ho i capelli celesti, e il mio occhio destro, anziche' brillare di fiamma, possiede un lucore argenteo.
Fui allevato in altri piani, da nobili precettori, vivendo per alcuni anni presso gli arconti dei sette cieli, che mi diedero conoscenza su giustizia e ordine, e che allietavo col dono del canto.
Avevo infine dieci anni, quando fui mandato in Elisio, ad addestrarmi alle arti di combattimento presso i fieri asuras dalle fiammeggianti ali.
Non voglio qui tediarvi a lungo parlandovi dell'allenamento sostenuto. Mi limitero' a spiegarvi che, un giorno, in viaggio sul piano materiale, potei vedere una scena che muto' la mia vita...
Un uomo, un mortale umano, era stato assalito da un arconte, per la colpa di essere l'amante di un'erinne, creatura d'origini infernali.
L'asuras mio mentore e maestro d'armi si porto' in soccorso dell'uomo, opponendosi all'attacco, e costringendo l'arconte a ritornare nei cieli di celestia, senza spargerne il sangue...
"Quest'uomo - mi spiego' poi - non ha commesso crimini, ne' agisce contro gli altri... ne', ancora, l'erinne cerca di volgerlo al male... e' solo, come puo' accadere nelle terre dei mortali, che costoro hanno deciso di cercare di condividere la propria vita, nonostante le difficolta' che possano loro presentarsi.
"L'ordine, come vedi, puo' commettere errori, per la propria inflessibilita'. Impara, da cio' che hai visto, che non sempre cio' che e' diverso dal bene assoluto sia necessariamente il male... ricerca sempre il bene che si cela in ciascuno... e se ti e' possibile, portalo in superficie... "
Continuo' a lungo quella lezione... molto a lungo...

Venne, infine, la sera, e l'asuras si diresse lungo una strada; aveva avuto una visione, disse, e sapeva da dove sarebbe iniziata la mia nuova vita...
Entrammo in una citta', Alma Civitas il suo nome, e ci dirigemmo in un palazzo, dove ci accolse il Maestro Silverblade.
Da quel momento in avanti, mi spiego' l'asuras, sarei stato addestrato cola', e sarei divenuto un paladino...
Ricordo anche le ultime parole che disse prima di partire:
"Rammenta, ragazzo, non esiste uomo che scelga di divenire paladino... e' lo stato di paladino, che sceglie l'anima da abitare..."

E questa, miei graditi ascoltatori, e' la storia di come giunsi nelle terre almensi.
Come? Il mio nome? Il mio nome fu scelto dagli eladrin anziani, perche' per alcuni dettagli somigliavo a un arconte...

E, se potete, perdonate, se non mi sono presentato prima... il mio nome e' Archangel.



Vorrei qui narrarvi quanto mi e' accaduto qualche tempo fa...

Dopo aver combattuto gli oscuri duergar che infestano il sottosuolo di Ironhome, mi recai dal maestro Silverblade, per completare il mio addestramento, raggiungendo alfine l'ultima cerchia di apprendimento concessa ai mortali.
Quindi, restai in meditazione un poco presso il tempio, preparandomi per l'ultima prova, quella del rituale attraverso cui l'essenza di un guerriero viene forgiata in una nuova forma...
Cosi' preparato, mi recai presso la foresta pietrificata, dove mi unii a lady Leilah e a Holimilion, il druido dagli occhi di diamante, che avrebbero vegliato ed officiato il rituale.
Il druido sollevo' preghiere verso il cielo, e dal cielo stelle rifulsero, e discesero, onorandoci con la loro presenza:
Larbem l'Arcanista, protettrice dei Cartografi, di cui faccio parte, nel suo splendente potere Gweniver del Chaos, simbolo del mutamento... infine giunse, fugace, Fouler, che svani' rapidamente, dopo averci benedetti...
Cosi', accompagnato da valenti compagni e onorato della presenza di benevoli numi, ci recammo presso un immoto albero di pietra, che si animo', volgendo verso di noi i suoi rami...
Larbem, utilizzando gli arcani poteri a lei spettanti, mosse le mani verso l'albero, che avvampo' di fiamma vivida e crebbe, a dismisura e avvampo' di vivida fiamma, di fronte ai nostri stessi occhi, acquisendo la forza delle ere dalla stessa terra.
La somma Larbem mi chiese quale fosse la mia aspirazione;
"prego di poter cavalcare la tempesta...." fu la mia risposta, e mentre ancora le mie parole risuonavano nell'innaturale silenzio del pietrificato bosco, comparve, con rombo di tuono, Aarooth, l'immortale Cavaliere del Tuono... un segno, forse?
"La Corporazione e' con te"... le parole di benedizione della protettrice dei Cartografi mi diedero il via, e mi lanciai verso il fiammeggiante albero...
la mia vista si fece scura per un istante, e quando tornai a vedere, mi sentii piccolo e leggero...
un uccellino, simbolo forse della fenice che rinasce... mentre Leilah, e Larbem stessa, aiutavano Holimilion a riprendersi dall'incanto della reincarnazione, fulcro del rito dell'essenza nuova, mi levai alto nel cielo, confidando nelle parole dell'Arcanista Eterna...
Al cenno del druido, mi gettai in picchiata contro all'albero, sentendo il calore bruciante della fiamma...
Tutto si fece nero per un lungo, interminabile istante...
percepivo i venti del mutamento intorno a me, potevo quasi sentire le parole arcane pronunciate dal druido...
mi pareva crepitassero, nell'aria immota....
Poi, nuova forza mi pervase, il vigore della nuova vita... mi guardai le mani, guardai verso il basso, osservando il mio corpo, divenuto quello di un gigante...
guardai il volto dei miei compagni, e il volto sorridente dei numi...

Grazie a tutti loro, sono riuscito a cavalcare la Tempesta, il rituale compiuto.


Archangel, il Bardo dei Sette Cieli