La storia di Arwen


Molti anni orsono, per la precisione nell'anno 211 dalla fondazione di Alma Civitas, ha inizio la storia che voglio narrarvi… la storia della mia vita.

Nacqui in tempi remoti, quando ancora queste terre non erano frequentate da cosi' tanti avventurieri e quando ancora alcuni degli eroi che ora vengono nominati nelle leggende vagavano per le strade tra i comuni mortali.
Mio padre non fu uno dei piu' conosciuti avventurieri di queste lande, ma forse qualcuno ancora lo ricorda; il suo nome era Zodak ed a quel tempo le sue abilita' di mago e di guerriero accompagnavano i grandi in battaglia, dandogli modo di mostrare il coraggio e la saggezza che ne caratterizzavano l'animo.
Vidi la luce nella notte del solstizio d'inverno, quando si compì una profezia secondo la quale una congiunzione astrale avrebbe focalizzato in un neonato tutta l'energia psichica di quella strana notte.
Mio padre mi affidò alle cure di una anziana psionica che viveva in una valle ai limiti delle terre conosciute finche' non fossi stata abbastanza grande da poterlo seguire.
Un giorno, poco prima del mio diciassettesimo compleanno, torno' nel luogo in cui ero crescita per portarmi con se' nella famosa Alma Civitas, li' dove avventurieri di tutti i luoghi e di tutte le razze acquisivano fama e potere combattendo o studiando arcane arti."

Zodak si prese cura di me per i primi tempi che trascorsi nella capitale dei regni, vestendomi ed istruendomi con la saggezza propria dei Filosofi, conscio nell'animo che il mio destino era quello di dominare il Pensiero negli anni a venire. Mentre lui partecipava a pericolose missioni in luoghi lontani e a volte sconosciuti, io iniziai ad apprendere la difficile abilita' di dominare le energie della mente, seguendo gli insegnamenti del saggio Padus ed allenandomi da sola o in compagnia di giovani avventurieri che, come me, erano alle prime armi. Nonostante mio padre non avesse mai preso posizione nella lotta tra bene e male, preferendo come ideali la filosofia e la lama della sua spada, io mi trovai presto a godere maliziosamente dei danni inflitti con le energie della mia mente che si andava via via potenziando e perfezionando. Alcuni miei compagni di avventure iniziarono allora a percepire un'aura di malvagita' che emanava dalla mia persona e che, come mi avvidi in seguito, non mi abbandono' piu' nei lunghi anni trascorsi in queste terre.

Il mio apprendimento avanzava velocemente grazie alla mia ferrea volontà di superare ogni limite che incontravo nell'utilizzare i miei poteri. Fu proprio mentre mi spostavo da un luogo all'altro tramite porte magiche, che mi imbattei nel nobile Straiter e nella sua sposa Fisks; allora Vladimir non aveva ancora preso l'anima del grande avventuriero e, forse, non tormentava ancora i sogni degli abitanti di Alma. I due mi presero in simpatia ed iniziarono a portarmi in luoghi che non avevo mai visto per mostrarmi le meraviglie del mondo della Luce e dell'Ombra. Tra noi nacque una bella amicizia e fui trattata sempre come una figlia dalla bella Fisks e dal suo prode sposo.

Tuttavia sventura o destino volle che, arrivata quasi all'esperienza di un adepto, la morte iniziasse a perseguitarmi in qualunque luogo mi recassi. Seguendo l'insegnamento di mio padre, non mi arresi di fronte alla sorte, tuttavia i miei tentativi di avanzamento sembravano infrangersi come onde su una scogliera ed infine la mia volonta' ne fu sfiancata. Arresa al malvagio sortilegio, mi chiusi allora per lungo tempo nella mia stanza presso la locanda di Alma a meditare e sognare... perdendo la cognizione del tempo e degli anni che trascorrevano.

Infine presi la mia decisione, posi fine al mio isolamento volontario e tornai tra la gente. Ricominciare a vivere non fu facile, anche perché venni presto a sapere che dei miei cari amici e di mio padre non c'era quasi piu' traccia. Uno dei compagni di avventure di mio padre si era avviato per la lunga strada che porta ad Asgaard e tutt'ora vi risiede, conosciuto con il nome di Boh. Mio padre invece, il nobile Zodak, era divenuto il Guardiano del Serpente Ouroboros, Servitore di Ananke, in un luogo lontano, dimenticato dagli dei e sconosciuto ai mortali; da lui ricevetti notizie solo una volta da allora, mediante una missiva che trovai nella mia stanza presso la locanda di Giulietta e che ancora ignoro come vi sia giunta.

Per la seconda volta, mentre vagavo in solitudine, incontrai il prode Straiter, divenuto molto piu' potente ma assai piu' triste... "il ramingo" veniva chiamato in quei giorni... egli mi accolse con l'affetto di sempre, come se non ci fossimo mai allontanati, e mi narro' la causa della sua tristezza. Seppi cosi' che la sua bella moglie l'aveva lasciato e che, mentre tentava di istituire un gruppo di combattenti validi ma estranei alle lotte tra il bene ed il male, la sua anima era stata incatenata ad un destino diverso da quello che lui si prospettava... era caduto nell'astuta trama del Male divenendo il figlio prediletto del temibile Vladimir, con il compito di creare una nutrita e potente stirpe di Vampiri pronti a combattere per il loro oscuro padre.
La pelle del suo volto era pallida e vellutata, i suoi occhi splendevano di una luce profonda e maliziosa... era divenuto ancora piu' affascinante di quanto lo ricordavo ed io non potei che innamorarmene perdutamente. Io d'altro canto ero l'unico affetto che gli fosse rimasto e, confidatami l'attrazione che provava per me fin dai tempi passati, si innamoro' anch'egli di me.

Qualche tempo dopo essere tornata a percorrere le strade di Alma con forza rinnovata, incontrai HellSpawn, il demone psionico a cui devo molto di quello che conosco. Egli mi affascino' da subito con la sua conoscenza e la sua tristezza, narrandomi splendide storie di altri mondi e di quanto aveva invece vissuto in questo; mi mise a conoscenza dell'esistenza del Sacro Ordine dei Salii e dei suoi ideali, cosi' vicini a quelli che avevo sempre seguito, cosi' attinenti a quello che sentivo nell'anima, che ne fui da subito entusiasta e decisi di iniziare il cammino per poter essere come HellSpawn, divenuto cosi' il mio maestro.
Durante il noviziato iniziai a conoscere anche gli altri Salii, sebbene il loro maestro, Dalamar il Nero, rimanesse per me ancora una leggenda. Il legame tra me ed il mio maestro inizio' in quei mesi ad approfondirsi e divenne, col tempo, uno dei legami piu' forti che io abbia mai sperimentato; cosa che, stando a quanto appresi in seguito, era anche reciproca.
Il mio entusiasmo per il Sacro Ordine era tanto che, superato il periodo di noviziato, impiegai appena pochi giorni a concludere la missione che il nobile Sedric mi assegno' e, con mia grande emozione e soddisfazione, fui nominata Feziale con il giuramento al Sacro Ordine ed alla dea Silvara, protettrice dei Salii.
Una volta entrata a far parte dell'Ordine la mia vita nelle terre della Luce e dell'Ombra subì una svolta ed ebbe inizio la mia partecipazione ai grandi eventi pubblici. La prima impresa fu il Palio Estivo, nel quale le congregazioni si confrontarono in un piacevole clima di festa, ed al termine del quale ero piu' che mai fiera di essere Feziale. Tuttavia quello stesso evento fu il motivo della più grande lite con il mio promesso sposo Straiter e la causa del successivo evento importante: nove mesi dopo il Palio nacque la mia prima figlia, la piccola Isil, psionica di razza pura, molto simile alla madre, ma...con qualcosa in piu'; era infatti figlia dei due piu' potenti psionici che a quel tempo abitavano le nostre terre, io ed il mio Maestro.
La bimba crebbe in mezzo ai Salii, coccolata e istruita dai membri dell'Ordine ed in particolar modo da HellSpawn, suo padre, che le faceva trascorrere molto tempo nel Tempio dei Salii, in compagnia del barbaro Fudo, da lui adottato e quasi coetaneo di Isil.

Mentre Isil cresceva io mi preparavo con un duro allenamento alla prova che mi avrebbe messa a confronto con il mio maestro: lo Psi Certamen. Era stato infatti deciso dall'Ordine che rea ora di applicare le leggi secondo le quali la posizione del Salio degli Psionici andava definita con la sfida tra i possibili contendenti. Tra una vicenda e l'altra giunse il giorno della sfida e nonostante il mio impegno il confronto, durato ben due giorni, proclamo' HellSpawn Salio Psionico; vittoria che accolsi con grande gioia, data la stima per il mio maestro.

Molte vicende si susseguivano per le strade di Alma ed in un giorno vicino alla fine del secolo Straiter mi offri' la scelta di abbandonare la mia vita mortale per trascorrere al suo fianco l'eternita' della non-vita. Io scelsi di seguirlo, assecondando quello che era stato il mio grande desiderio per molto tempo, ma, aime', questo scateno' la follia di HellSpawn. Sapendo, infatti, che Isil era destinata a seguire il mio stesso cammino, non sopportò l'idea che il Male, nella forma dell'abbraccio di Vladimir, potesse avere anche la sua amata figlia. Decise allora di sfidare colui che aveva dannato la sua anima molto tempo addietro, il demone Malebolgia. Purtroppo però le mosse di Hellspawn furono troppo avventate e nello scontro il perfido demone degli abissi lo privò dell'ultima goccia di umanità rimastagli, strappandogli il cuore.
Per porre rimedio a questo atroce gesto e salvare il mio caro amico e maestro, coinvolsi i Salii in una missione con cui recuperammo il cuore del nostro amato Psionico, anche se il prezzo per la nostra vittoria fu elevato per la perdita del buon Fudo, come è narrato nel Libro Rosso, muto custode delle gesta del Sacro Ordine.

Qualche giorno dopo, mentre tornavo ad Alma dopo la terribile avventura contro Malebolgia, mi venne incontro il vampiro Zyw, da sempre fedele amico di Straiter e, suo malgrado, latore di cattive notizie. Durante la mia assenza la gangrel Eos era venuta a conoscenza dell'intenzione di Straiter di concedermi l'abbraccio di Vladimir e, per timore che il mio ingresso nei Vampiri potesse arrecare danni all'equilibrio della loro oscura famiglia, aveva commissionato a due fattucchiere un maleficio sul mio promesso sposo, nella speranza che lui stesso, dimenticando il nostro amore, mi eliminasse.
Avvertita di ciò, ebbi modo di trovare subito un modo per rompere il sortilegio; dovetti cercare ed uccidere le due streghe e recuperare i tre oggetti che erano serviti a catalizzare il potere dell'incantesimo. Quando ebbi distrutto gli oggetti, l'oblio che attanagliava il cuore del mio amato scomparve ed egli tornò quello di sempre.
Il mio gesto servì da garanzia di fedeltà per gli altri vampiri e Straiter premiò il mio amore facendomi abbandonare la vita mortale e facendomi rinascere nell'eterna non-vita con una goccia del suo sangue in presenza del sommo Vladimir.
Il legame mentale tra la mia anima e quella di Isil divenne completo in quegli stessi giorni e, dopo che ebbi pregato a lungo gli dei immortali, il sommo Hansolo compì il rito con il quale io e mia figlia divenimmo un unico essere, giovane eppure saggio … con potenzialità tutte da scoprire.

Non trascorse molto tempo che il mio amato Straiter mi prese in disparte per confidarmi di non poter più tollerare la lunga attesa del nostro fidanzamento. Mentre il mio sangue si scaldava per la gioia, egli decise di chiedere la mia mano di fronte al mondo intero e le grida che dichiaravano il suo amore per me riecheggiarono per tutte le terre conosciute.
Dopo lunghi preparativi arrivò quindi il giorno in cui si riunirono Vampiri, Salii e amici da luoghi lontani nel Salone dei Ricevimenti; lì il sommo Vladimir celebrò il rito del matrimonio vampirico, in cui io e il mio sposo sancimmo la nostra unione morendo per una seconda volta, uno nel sangue dell'altro, uniti da un vincolo indissolubile per l'eternità.

Felice della conclusione del mio fidanzamento, ebbra del giovane sangue e dell'oscuro piacere delle orgie vampiriche, e tuttavia stimata e benvoluta anche dei Salii votati al bene, grazie al comune ideale di vita nel Sacro Ordine, … non mi restava che dimostrare la mia abilità in battaglia. La giovinezza e la forza del corpo di Isil, dominate dall'esperienza della mia mente, mi permettevano finalmente di affrontare la prova che rese famosi i grandi Psionici del passato e che mi avrebbe dichiarata lo psionico più potente dell'attuale era; per la prima volta misi alla prova la mia potenza psichica affrontando e sconfiggendo la possente statua di Anxur senza alcun aiuto.

Il tempo trascorreva tra un'avventura e l'altra, in compagnia di Salii e Vampiri, ed io iniziai ad osservare che spesso le giovani menti che arrivavano ad Alma, così come i giovani adepti delle altre classi, mi chiedevano informazioni sul Sacro Ordine. Io facevo il possibile per aiutarli, ma le mie possibilità erano limitate, così decisi di chiedere al Maestro dei Salii di valutare la mia richiesta di divenire Magistra Novitiorum, ovvero di poter seguire i giovani votati all'animo unico per valutare in modo più approfondito se fossero adatti ad entrare nelle nostre schiere. Con mia grande gioia la richiesta venne approvata dai Salii ed io accolsi fiera il nuovo compito, che mi faceva sentire sempre più vicina al mio maestro Hellspawn.

Nonostante fosse trascorso più di un secolo dalla mia nascita, l'abbraccio di Vladimir mi consentiva di essere giovane ed il sangue dolce delle mie vittime manteneva attiva la mia non-vita; in un periodo di relativa pace e tranquillità decisi assieme al mio amato sposo di donare alle terre della Luce e dell'Ombra nuove vite da elevare a conoscenza e abilità massime, dotate del nostro sangue ed istruite nella nostra saggezza. Fu così che nell'anno 329 nacquero due gemelli: Diletta, molto simile alla madre e destinata a divenire un'abile Psionica, e Danvan, più simile al padre e da questo iniziato allo studio di varie arti.

Il mio costante impegno sia verso la stirpe di Vladimir, sia verso il Sacro Ordine, mi portò a quello che posso definire l'apice della mia carriera nelle due congregazioni. Da un lato, infatti, ebbi la carica di Custode della Tradizione, entrando a far parte della BlackHand, l'organo decisionale del clan dei Vampiri. Dall'altro, dopo lungo tempo, i Salii decisero che era giunto il momento di affidare la carica lasciata vacante dal mio maestro e, constatata all'unanimità la mia idoneità, fui nominata Salio degli Psionici.

Da quel momento non molto è cambiato; continuo ad apprendere da un mondo che, seppure lentamente, continua a cambiare, accolgo i giovani avventurieri cercando di istruirli nel miglior modo consentito in queste terre in cui gli ideali si confondono sempre più alle crude e venali ambizioni dei singoli.
Tra vittorie e sconfitte ho potuto comunque appurare che il secolo e mezzo di storia che vi ho appena narrato ha portato a qualche risultato, aumentando il numero di avventurieri dediti all'animo unico ed elevando la stima delle genti per la classe psionica, tanto da renderla richiesta per la guerra che tuttora contrappone le congregazioni.
Il mio sangue di Vampira mi rende senza dubbio un buon testimone dello scorrere del tempo e del susseguirsi delle vicende … tra qualche secolo sarò ancora qui, pronta a narrare il seguito non ancora scritto di questa storia per chi avrà voglia di ascoltarla …


Arwen - The Lady of Dreams