La storia di Cross

Sono stato portato in questo mondo da forze arcanee misteriose all'età di 17 anni (come successivamente hoscoperto, anche altre persone sarà una coincidenza?). Nonricordavo assolutamente nulla della mia infanzia e del motivo percui mi trovavo in quel posto. Iniziai a guardarmi intorno e aprendere familiarità con ciò che mi circondava, ma erotremendamente impaurito anche se ansioso di conoscere il mondo incui ero capitato. Alcuni viandanti e combattenti del luogo mispiegarono come sopravvivere alla meno peggio e mi dissero chesotto al Foro Imperiale c'erano delle stanze dove quadri eraffigurazioni potevamo spiegarmi meglio.
Passò poco tempo che capitai in un monastero a nord di Alma, lacapitale dell'Impero. Li venni "adottato" dai monaciche mi considerarono sempre uno dei loro e mi insegnarono il lorostile di vita e le loro conoscenze di combattimento. Cercai diapprendere tutto ciò che loro mi passavano ma quello che mirimaneva erano solo le tecniche di combattimento. Cain, il miomaestro, era ampiamente soddisfatto dei miei progressi e mivedeva progredire con rapidità ma era anche dispiaciuto di comenon sapessi interpretare il loro stile di vita. Ero,semplicemente, diverso da loro ed alla fine si rassegnarono epresero a chiamarmi con simpatia l'Eretico. Un altro soprannomeche volevano darmi era piazzapulita, perché mangiavo così tantoche a loro non rimaneva quasi nulla e anche oggi c'è semprequalcuno che mi presta il suo cappello magico (inesauribile perfortuna) per rifornirmi.
Appresi di un colosseo dove si potevano praticare degli scontri ascopo di allenamento e li mi recai spesso per migliorarmi. Poi,quando pensavo di aver appreso qualcosa tornavo al monastero doveil buon Cain confermava le mie supposizioni. Dopo un po' però sirese che tornavo un po' troppo spesso e allora mi facevacombattere con un monaco prima di dirmi quanto ero stato bravo.
Sempre al colosseo feci i miei primi incontri con altri ragazzigiovani che volevano imparare. C'erano veramente persone di tuttele razze e ognuno avevo scelto un'arte in cui migliorare. Ecco, adire la verità c'erano pure dei presuntuosi che si vantavano dipoterne imparare a perfezione più di una ma nessuno di loro inrealtà ci riusciva.facevano solo una gran confusione. Ogni tantofacevamo un gruppetto e provavamo a sfidare qualche gladiatoreesperto ma questi generalmente ci mazzolava per bene e se neandava soddisfatto.
Una volta un potente mago, mi sembra di ricordare il suo nome...Woz...andòin giro urlando e chiedendo se un gruppetto di baldi giovanipoteva aiutarlo a risolvere un problema. Non ricordo cosadovessimo fare ma mi presentai per aiutarlo. Facemmo un girobellissimo (non mi ero mai allontanato troppo dalla città) primain un posto popolato da strani esseri piumati poi dal popolo deinani. Alla fine quando eravamo riusciti nel compito e prima disalutarci comparve a noi un immortale. Avevo sentito dire cheesistevano ma non ne avevo mai incontrato uno.
Si congratulò con noi poi inizio a parlare con noi. Ci chiesecosa pensavamo di questo mondo in cui vivevamo e in cui sembratutti eravamo stati portati. Chiese anche il nostro parere suquelli che tra tutti si erano messi in evidenza in questo mondoed erano conosciuti come "adept". Io dissi che livedevo quasi come semidei e che per raggiungere una taleperfezione nell'arte ci sarebbero voluti moltissimi anni. Inoltre,aggiunsi, secondo me erano grandi conoscitori del mondo e dellesue regole.
Da quel giorno sono passati circa 7 anni, ho conosciuto moltiamici, molte persone di cui diffidare ma soprattutto sonocresciuto. Ho scoperto che quello che dissi all'immortale non eravero, che gli "adept" in realtà sono come tutti glialtri, anzi, spesso presentano un bruttissimo difetto: aspiranosolo al potere.
Sono diventato anche io un adept o perlomeno così sonoconsiderato per la mia abilità nel combattimento (anche se ognitanto faccio qualche errore), ma non mi sentivo e non mi sentoancora tale perché non sono ancora quello che dissi all'Immortale.
Ultimamente ho trovato un gruppo di persone che sento simili a me:anche qui vengo chiamato l'Eretico ma con loro sento di averequalcosa in comune, a differenza dei monaci del monastero.
Con loro credo di aver trovato la via giusta per acquisire laconoscenza e la saggezza necessarie per potermi finalmentesentire, a pieno diritto, un adept per come lo pensavo di frontea quell'Immortale. O forse ho solo trovato un gruppo di amici concui dividere avventure ed emozioni… e ciò mi è più chesufficiente.

Cross il monaco, Feziale dei Salii, detto anche l'Eretico.