Discorsi di Dalamar


Il ritorno

Lo scorrere del tempo continua a segnare inesorabilmente i nostri volti, gli umani ne risentono maggiormente, noi elfi siamo piu' resitenti al passare delle stagioni, di indole meno sanguigna degli umani il nostro cuore non sobbalza dalla splendente gioia al cupo dolore tanto repentinamente, difficile che questo mondo ci riservi forti emozioni, sappiamo controllarci, siamo razionali, siamo elfi.

Io tra gli elfi sono Dalamar, gli altri mi conoscono come il Nero.

Anni sembran secoli sono passati da quando l'ardire delle mie parole echeggiava alle vostre orecchie come una lenta cantilena, odiosa nenia di una vecchia Banshee che arrecava fastidio non certamente paura.
Poi il silenzio, sconfitto si' sconfitto, su questa terra nessuno mai si dichiara sconfitto, qui', tutti vincitori, abili oratori delle proprie gesta gloriose, capaci di nascondere la verita' nei loro fallimenti per poi farsi beati portatori della sacra verita' quando il vento degli eventi e' voltato alla loro poppa, sconfitto ho taciuto.

Sconfitto dal tempo che comunque scorre per i mortali mentre gli abitanti di Asgard neppure lo misurano, placato dai buoni propositi che hanno a divenir certezza, isolato da quanti associano l'importanza delle parole all'armatura da cui escono, ma mai solo.

Ritirato alla vita di Clan ho vissuto, considerando quanti ne facevano parte i soli eletti, degni di tanta attenzione, che il resto dei mortali vivesse sotto il giogo della propria ambizione, non avrei mosso un dito per liberarli, che la terra cadesse in un nuovo abisso e l'abisso stesso diventasse la terra, avrei continuato a calpestarla indifferente.

Ma adesso torno a parlare...

"Questo non e' il migliore dei mondi possibili..."

Dalamar il Nero Maestro dei Salii




In alto le Spade !

In un misto tra l'adirato e il sofferente il mio animo si e' svegliato.

Mi guardo intorno e vedo una LeU morta, decisamente non alla rovina o in crisi... ma morta.

Non c'e' piu' niente dello sano spirito Rpg.
I personaggi piu' carismatici lo sono per meschinita' o idiozia.

Basta, non faro' piu' un'altra predica da vecchio chierico noioso.

Siamo alla resa dei conti.

O risolleviamo questo mondo o muoriamo nel tentativo.

Non ho ancora pensato bene come faremo a vincere, adesso non lo so, non chiedetemelo. Voglio solo sapere da ognuno di voi se si impegnera' a far si' che questo mondo migliori, voglio solo sapere quanti saranno al mio fianco nella battaglia, quanti nella foga del combattimento non solo mi seguiranno ma avanti a me si schiereranno sentendo la Sfida piu' loro che mia.

Non costringero' nessuno a combatter controvoglia, non spingero' nessuno sul campo di battaglia, ma impediro' a chiunque di fermarmi , non tentate.
Chi non combattera' potra' starsene in disparte e in silenzio disapprovare, ma se provera' soltanto a schierarsi di fronte a noi sara' schiacciato. I Salii non spargeranno sangue Salio in questa battaglia quindi Uniti la combatteremo o Solo la combattero'.

Questa credo sia l'ultima occasione per decidere se mi volete ancora come vostro Maestro, decidete in fretta sono stanco di aspettare.

Mi scuso per molto tempo vi ho trattenuto dall'esprimere il vostro disappunto per cio' che accadeva, , a volte ho moderato le vostre parole per farle sentire meno crude e dure all'orecchio di chi ascoltava, credevo che le parole sagge e riflessive avessero effetti migliori mi ero sbagliato.

In alto le Spade, Salii!

Pronti a combattere o a trafiggermi.

Dalamar il Nero

(leggi le risposte dei Salii)



Il Nostro Mondo

"Questo non e' il migliore dei mondi possibili..."

I libri di storia raccontano di un mondo popolato da gente diversa, per razza, per classe, per indole o spirito, raccontano di una varieta' di personaggi dalle diverse capacita', di imprese lunghe e perigliose, di dotti studiosi sperimentatori e combattenti dalle formidabili armi.
Gli stessi libri raccontano di imponderabili pericoli , di gente perversa e malvagia sovra ogni limite del natural pensare, di divinita' distanti dalle situazioni mortali o troppo vicini ed abili nello stravolgerle.

Questo accadeva nel passato, remoto per molti, soltanto la propria giovinezza per altri.
Un passato distante dal presente, non migliore.

Il Presente, facile definirlo con una sola parola, l'ambizione.

Null'altro rimane, piccole o grandi anime passeggiano sulla Terra con un'unica ragion di vita, primeggiare.
Lodevole fine, la piu' nobile tra le motivazioni di un continuo affannarsi, ma cosa spinge Eroi di ogni ceto e lignaggio, di ogni landa e religione, al desiderio di eccellere sugli altri, cosa sostiene cotanta spinta, cosa nasconde l'animo di ciascuno di loro?

Niente.

Assolutamente Niente.

Non c'e' un valore, un ideale di guerra o di pace, di bene o di male, sete di vendetta o volonta' di portare esempio, nulla di tutto questo, non c'e' fede in una Divinita', non c'e' lotta per una causa.

Ambire per il gusto dell'ambire stesso.

Non dite adesso in coro che la spinta vien su dalla vostra famiglia, dal vostro clan, sacrosanta istituzione tanto utile quanto bistrattata, Agite per voi non certo per il clan, si' il clan si chiama in causa per usarlo, per sfruttarlo a difesa delle proprie esigenze, barriera contro gli altri clan, piccoli agglomerati massonici di mutuo soccorso che fanno acquisti a suon di regali.

In questa sfrenata corsa ad arricchirsi a migliorarsi con poteri acquisiti nei piu' svariati modi, ci si crede in potere di fare tutto, lasciando la ragione a chi ha tempo da dedicargli, calpestando il prossimo non per odio o rivalita' ma solamente per opportunismo, uno scenario malinconico per chi ci segue dall'alto ed e' cosi' il Tempo delle Leggi.

Prima d'ora mai c'era stato bisogno che dall'alto il giudizo divino dovesse arbitrare cosi' tante questioni futili e insensate, bastavano la Domus Legis a tenere a bada gli animi bollenti e qualche punizione per colpire chi oltrepassava il confine del permesso.
Adesso no, non bastano piu', altre leggi scritte sono necessarie, indice che il buonsenso e' scomparso che la misura non fa piu' parte degli animi della gente, eppur non bastano; i vili continuano a studiarne i cavilli a sfruttare la legge per il proprio conto ai danni dell'avversario.

Ma chi e' l'avversario? Ve lo siete mai chiesti? Chi combattete?

Ogni santissimo giorno che Benem ci dona, state li' ad affrontare magnifiche mostruosita', grandiose entita', avversari temibili senza dubbio ma di cui non vi importa nulla, non vi riguarda forse il perche' del combatterle, vi riguarda soltanto il potere che ne ricaverete, perche' gli avversari non sono loro, sono gli altri.

Gli avversari sono quelli come voi, quelli che vi stanno accanto specchio stesso della vostra anima, quelli che corrono si affannano, lottano, spendono innumerovoli energie nel tentativo di prevalere su di voi, li vedete ma non vi riconoscete in loro, no, loro sono scorretti e abbietti.
E cosi' vi angustiate, ogni vittoria altrui e' pressione su di voi, ogni sconfitta altrui indizio della vostra superiorita'.
E infine dopo tanto duellare a distanza, il confronto.

Tutti i nodi vengono al pettine, le malelignue ricucite, le offese ripagate, il verdetto insandacabile, il sangue lavera' le ferite subite ed ancora aperte.

Il Confronto, Tu e l'avversario, l'uno di fronte all'altro, la guerra.

No, nessun nodo verra' al pettine in questo mondo, non e' permesso, duellate a distanza in eterno, ambite per ambire ad oltranza, credo vi possa bastare...

Dalamar il Nero Maestro dei Salii



La riflessione continua...

Noto con sollievo che la questione non nasce sua sponte dai meandri di una mente malata, la mia, ma con pari sensibilita' altri pensatori la percepiscono. Certo non tutti la vedono sotto la stessa ottica, capita che pensieri paralleli paiono scontrarsi, ma la questione e' unica e solo la natura stessa dell'intelletto ce la presenta ambigua.
Quanti sono dotati di tale sensibilita' sanno in cuor loro che la mancanza di coerenza del comportamento di un essere con l'ambiente in cui si trova ad essere, porta l'essere a rischiare l'essenza stessa, e cessare di essere.

Vi esorto quindi a lasciar perdere quei discorsi che nascono con lo scopo di portar frutti alla sterile diatriba, e continuare con quelli che sembrano sfociare nel mare delle soluzioni.

Per invogliarvi a questo vi narrero' una storia di molti anni fa, alcuni di voi l'avran vissuta altri gia' sentita, ma sono su questa terra da molto tempo ormai, scuserete un vecchio e le sue storie.

...Non era l'alba del mondo, comunque all'epoca nei miei occhi spelndeva la gioventu' e l'inesperienza mi segnava il corpo con le sue ferite, il nostro mondo non era migliore, tutt'altro.
Vi era un male terribile ad oggi praticamente sconosciuto.
I coraggiosi che lasciavano Alma alla ricerca di nuove avventure non era molti paragonati al presente, ma quei pochi tornavano spesso sconsolati, a mani vuote e sempre piu' di rado lasciavano la Capitale.
Tristi e malinconici si rivolgevano agli Dei, chi maledicendoli dal bancone di una Taverna, chi pregandoli chini in un Tempio, come ogni chierico insegna gli Dei vigilano ed ascoltano.
All'epoca il Male portava il nome di Ignavia. Solo poche spedizioni al giorno ritornavano sorridenti, il non far niente affliggeva chiunque ma si era accanito maggiormente sui piu' Grandi tra gli Eroi, personaggi ancora in vita che possono dar credito a questa storia, altri scomparsi ma di cui conservo vivo il ricordo.
Questi mal sopportavano il passar le giornate a discutere in Taverna e a conversar con Giulietta, il forte braccio richiedeva la Spada, ma tutto quel che otteneva era il boccale e il muscolo lasciava il posto alla carne flaccida. Forti Capaci ed Ardimentosi traformati in Bulli da Osteria ma continuavano a sognare Tempi migliori, a bestemmiare e pregare gli Dei.

E gli Dei posero rimedio.

C'era un tempo in cui le terre conosciute si estendevano poco oltre le mura di Alma, un tempo in cui il piu' temibile degli avversari aveva la forza di un coniglio, un tempo in cui le gemme non arricchivano le nostre armature, adesso quel tempo e' passato.

Di chi fu la soluzione della crisi?
Furon gli Dei che migliorarono il mondo o furono gli avventurieri che bestemmierano e pregarono?

Furono entrambi, gli Dei lessero negli avventurieri un'esigenza, Tutti amano questo mondo, gli Dei che l'hanno creato e gli avventurieri che vi vivono; gli Dei possono Tutto, farlo girare avanti o a ritroso,ma solamente gli avventurieri lo fanno vivere.

Non vi esorto quindi a pregare o bestemmiare, ma se la nostra questione e' ancora aperta, se nascosta in voi si sta alzando un'esigenza, esprimetela, in passato e' servito, in futuro chissa'.

C'era un tempo in cui era perso ogni valore, un tempo in cui non esisteva piu' ne' il bene ne' il male ne' l'equilibrio, un tempo in cui il nostro mondo sembrava solo un mercato da razziare, adesso quel tempo e' presente.

Dalamar il Nero Maestro dei Salii