La storia di Kerrathyr


La donna correva a perdifiato, senza voltarsi, cercando disperatamente di seminare il proprio inseguitore all'interno della foresta di Lyntian; se l'avesse raggiunta, ne era certa, quel gigante deforme l'avrebbe uccisa e divorata sul posto... ma come aveva potuto essere cosi' avventata da avventurarsi cosi' lontano, a est, nel suo stato?

Lo schianto degli alberi dietro di lei era sempre vicino, il gigante non perdeva terreno...

Ma almeno non ne sta guadagnando, pensava, cercando di usare tutte le sue forze per allontanarsi, o quantomeno per raggiungere il suo villaggio al centro della foresta. Se riesco ad arrivare a casa i Falchi di Lyntian lo fermeranno... la sua unica speranza era che i guerrieri migliori della regione, che vivevano proprio nel suo villaggio, potessero intervenire in tempo per salvare lei... e il bimbo che portava in grembo.

Scarto', tra i cespugli, per prendere un sentiero che aveva individuato all'ultimo istante, poi scarto' di nuovo, girando attorno a un grande masso, e prosegui' ancora un centinaio di metri, sempre piu' affannata, sempre piu' stanca...

Finche' lo sconforto si impadroni' di lei. Di fronte a lei si ergeva un'erta insormontabile, proprio dove la foresta degradava... era in trappola.

Si volto', vide il mostruoso essere che protendeva una mano enorme, chiuse gli occhi e grido'...

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Gaeleth Evershade si blocco' all'improvviso, venendo colpito dallo spadino di legno dell'allievo; questi sorrise "A-ha! Colpito...". Si blocco' subito, realizzando solo ora quanto aveva udito, un grido di donna; il suo sguardo ando' al volto del maestro d'armi, che lo ignorava, mentre raccoglieva la propria spada, quella vera, d'acciaio lucido, e correva, dapprima sussurrando, poi gridando a gran voce il nome della propria sposa...

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In un lunghissimo istante, attese che l'immensa mano si richiudesse su di lei, sentendo il ruggito del gigante...

Riapri' gli occhi, mentre il ruggito del mostro continuava, mentre i secondi trascorrevano... il gigante era li', in ginocchi, mentre reggeva il polso mozzato, la sua mano a terra, recisa di netto.
Un individuo avvolto in una tunica d'argento, con i lineamenti sottili da elfo, era fra lei e il deforme gigante, la destra protesa, brandendo qualcosa che pareva solo un'increspatura dell'aria.

Un guizzo di quella mano, e uno squarcio si apri' nella gola del mostro, che accasciandosi crollo' a terra...
Dhalia, questo il nome della donna, sorrise, per iniziare a ringraziare lo straniero, ma il sorriso si contorse in una smorfia "Il bambino! - riusci' a sussurrare - sta per nascere! Ora!"

L'elfo aiuto' la donna ad allontanarsi dalla zona della lotta, e la sistemo a terra, stendendo il proprio mantello, mentre il maestro d'armi, Evershade, giungeva sul posto, e raccoglieva tra le braccia la donna amata.

Pochi passi. Soltanto pochi passi e si senti uno scricchiolio. Volgendo la testa, il maestro d'armi vide il gigante che, con un estremo sforzo di volonta', si sollevava per lanciare il proprio coltello, grande quanto una spada.
Non poteva correre, non poteva schivare il proiettile letale e, peggio ancora, non poteva impedire che colpisse la sua sposa...
Un fiotto di sangue l'investi'.
L'elfo.
Si era posto nella traiettoria, veloce come il pensiero, e l'arma lo aveva trapassato nel petto. L'elfo piego' un ginocchio, protese una mano verso il gigante mormorando parole incomprensibili. Un'ondata di pura energia parti' da lui, annichilendo il gigante, e buona parte degli alberi circostanti.

Confuso, il Maestro d'armi lascio' Dhalia ai Falchi che stavano accorrendo, e si inginocchio' al lato dell'elfo morente.

"La morte e' solo un viaggio, umano, non rattristarti - tossi' - l'unica cosa che mi rincresce e' di non averlo visto..."
"Chi? Chi non sei riuscito a vedere?"
"Il bimbo che sta nascendo... Una nuova vita che giunge nel mondo..." tossi', di nuovo, e con la tosse venne anche il sangue.
"Ma sono felice di sapere... che il mio sacrificio... sia ... servito ... alla sua nascita." Respiro' un'ultimo profondo, calmo respiro. Poi chiuse gli occhi e, lentamente, lo esalo'.

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"Congratulazioni, Gaeleth", in questo crepuscolo, sei il padre di un maschietto sano e robusto... dovete dargli un nome...

Senza una parola, Gaeleth entro nella capanna; ne usci' poco dopo, il volto ancora una maschera impassibile.

"Ho parlato con la mia sposa. Abbiamo deciso di dargli un nome elfico, in memoria dello straniero che si e' sacrificato..."

"e poiche' era un usufruitore di magia, il suo nome sara' Kerrathyr, che significa, Detentore dell'Incanto Arcano, in elfico antico."

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Kerrathyr, in quanto figlio del maestro d'armi della compagnia dei Falchi di Lyntian, fu avviato all'addestramento militare; durante un addestramento particolarmente duro, un allievo prese ad accanirsi contro un altro, nettamente piu' debole, deridendolo mentre lo colpiva; Kerrathyr interruppe il proprio addestramento per fermare il giovane, rimediando soltanto un colpo di bastone tra le costole...

Reagendo d'istinto, pronuncio' parole in una strana lingua, sconosciuta anche a lui, e all'istante un forte vento scese spirando e lancio' il tracotante allievo attraverso il cortile, facendolo cadere in un sottile corso d'acqua.

La manifestazione di tali poteri scosse molto Gaeleth, che tuttavia comprese la natura del figlio; lo avrebbe affidato a un luogo in cui la magia era ampiamente praticata, cosi' che potesse imparare al meglio... ed era necessario che a condurvelo fosse un mago, che' nel villaggio nessuno conosceva luoghi di apprendimento degli arcani...

Trascorsero ancora tre inverni, e le primavere sbocciarono, quando dal nulla si apri' un varco crepitante nell'aria, e un mago, un elfo vestito di nero, come nera era la sua pelle, ne usci'.

Il potente mago poco si trattenne nel villaggio, prima di partire, ma venne a conoscenza del dono di Kerrathyr, e lo porto' seco, attraverso il portale...

"Dove stiamo andando la tua vita dipendera' dal tuo potere, ricordalo... ti condurro' da Jalia, che ti istruira' alla disciplina e all'uso della magia
"Sappi questo, giovane mago - soggiunse l'elfo oscuro, che Kerrahtyr aveva appreso si chiamasse Deeo - vi sono molte vie per seguire i sentieri della magia. Io te ne mostrero' uno, ma a te stara' la volonta'... e la capacita', di seguirlo o di perire nel tentativo..."

Kerrathyr Evershade, Mago.